Camici Lombardia, al vaglio degli inquirenti le chat e i messaggi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso camici in Lombardia, al vaglio i messaggi e le chat: non sarebbe stata donazione

Attilio Fontana

Affare Camici in Lombardia, al vaglio degli inquirenti mail e messaggi della società del cognato di Attilio Fontana.

Il caso della fornitura di camici alla Regione Lombardia da parte della società gestita dal cognato di Attilio Fontana entra nel vivo dopo la perquisizione nella società stessa. Gli inquirenti hanno rintracciato i 25.000 camici non consegnati dopo la trasformazione dell’operazione in donazione e stanno analizzando tutta la corrispondenza intercorsa tra la società e gli uffici regionali. Questo per capire esattamente come sia nata questa operazione. come, quando e perché si sia trasformata in una donazione.

CorSera, dall’analisi dei messaggi l’ipotesi che non fosse una donazione

Stando alle indiscrezioni raccolte da il Corriere della Sera, gli inquirenti si sarebbero imbattuti in un messaggio WhatsApp che andrebbe a rafforzare la convinzione che alla base della fornitura di camici ci sarebbe un preordinato inadempimento per un accordo retrostante.

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Da fornitura a donazione

Quando la fornitura di camici si è trasformata in donazione, l’operazione si era ristretta al materiale già fornito, ossia i 49.000 camici e i set sanitari. L’ipotesi degli inquirenti è che poi la società abbia provato a rivendere i camici non passati alla Regione Lombardia. Questo per rientrare in qualche modo del mancato profitto per la revisione dell’operazione con la Regione.

Attilio Fontana
Db Milano 05/11/2019 – Inaugurazione dell’Anno Accademico del Politecnico di Milano / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Attilio Fontana

Il caso dei camici non forniti alla Regione Lombardia

Secondo il Corriere della Sera, però, quello che starebbe emergendo sarebbe uno scenario differente. Stando a un messaggio WhatsApp, riferisce il quotidiano, Dini avrebbe offerto i camici in questione prima di trasformare la fornitura di camici alla Regione Lombardia in donazione. Offerto in vendita, ovviamente.

Proviamo a semplificare il concetto che emerge dall’indiscrezione del CorSera. L’ipotesi degli inquirenti è che Dini fosse certo del fatto che in Regione Lombardia non avrebbero preteso i 25.000 camici non ancora consegnati. Quando questi facevano parte ancora di un accordo per una fornitura e non di una donazione. Ed evidentemente un accordo per una fornitura è complicato da modificare.

Resta però da provare che i camici offerti da Dini fossero effettivamente quelli non consegnati alla Regione Lombardia. Nel caso in cui fossero altri non si andrebbe ad ipotizzare alcun illecito in tal senso.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 15:20

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